Disumanità e dintorni

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Bobo_gt22
view post Posted on 13/1/2010, 17:29




Assolto il fratello del presidente degli Eau, ripreso in un video mentre tortura un uomo
scritto per noi da
Elisabetta Norzi

Si è concluso con l'assoluzione il processo allo sceicco Issa bin Zayed Al Nayhan, fratello del presidente degli Emirati Arabi Uniti, accusato lo scorso aprile di avere torturato un uomo. Sui fatti non ci sono dubbi: il video che documenta l'accaduto, trasmesso dalla televisione Usa Abc, ha fatto il giro del mondo e mostra lo sceicco mentre costringe Mohammed Shah Poor, un commerciante originario dell'Afghanistan, a inghiottire sabbia, mentre lo prende a calci e lo colpisce con una frusta.

Nove mesi dopo, però, i giudici del Tribunale di al-Alain, dove si è svolto il processo, hanno accolto la fantasiosa versione dei fatti sostenuta dall'avvocato difensore: lo sceicco Issa è stato drogato con una sostanza messa a sua insaputa nel bicchiere dal quale beveva, dunque non era in sé e non può essere considerato responsabile per quello che è successo. Secondo la Corte lo sceicco non solo è innocente, ma è vittima: contro di lui sarebbe stata organizzata una cospirazione da due fratelli libano-statunitensi, Ghassan and Bassam Nabulsi, legati alla famiglia reale da rapporti d'affari. I fratelli Nabulsi, che compaiono nel video insieme allo sceicco e ad altre persone, dovranno così scontare cinque anni di carcere ciascuno per aver drogato e ricattato Issa bin Zayed, dopo aver registrato e diffuso il filmato.

Immediate le reazioni internazionali: il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha dichiarato in una nota di essere preoccupato per la sentenza e ribadisce come tutti i membri della società degli Emirati devono essere uguali davanti alla legge. Ha quindi chiesto un riesame della decisione per garantire piena giustizia sui fatti. L'organizzazione non governativa Human Rights Watch, che si batte per il rispetto dei diritti umani nel mondo, ha chiesto invece al Governo degli Emirati di istituire un organismo indipendente per indagare sulle accuse di abusi compiute da personale di sicurezza o da altre persone legate alle istituzioni e alla famiglia reale.
''Non intendiamo intervenire nelle decisione della Corte. Il Governo non può interferire negli affari della magistratura, altrimenti sì che si minaccia un sistema giudiziario del tutto indipendente", ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri emiratino, Sheikh Abudullah bin Zayed, un altro dei fratelli dell'imputato Issa bin Zayed.



 
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Bobo_gt22
view post Posted on 15/5/2010, 01:10




quando dico che l'apriscatole dovrebbe parlare di ciò che i media tentano di far passare inosservato, inetndo cose come queste.... dedicherei la prima pagina del prox numero

SANITA'
Si svenò per mancato stipendio da Asl
muore infermiera dell'ospedale San Paolo
Aveva protestato per il salario non corrisposto, togliendosi 150 millilitri di sangue al giorno. E' morta ieri Mariarca Terracciano: aveva raccontato la sua storia a una tv privata
di ANTONIO TRICOMI
Mariarca Terracciano, l'infermiera morta ieri a Napoli in un fotogramma delle riprese di Julie Tv
NAPOLI - Mariarca Terracciano, infermiera napoletana di 45 anni in forza all'ospedale San Paolo, è morta dopo tre giorni di coma. Si era tolta 150 millilitri al giorno per quattro giorni, per protesta contro il mancato pagamento degli stipendi nella Asl Napoli 1. E aveva raccontato e mostrato la sua durissima forma di protesta per le telecamere di un'emittente privata partenopea, Julie Tv.

Il documento è finito su YouTube, facendo il giro del mondo. "Sto anche facendo lo sciopero della fame", dice Mariarca, rivolta alla telecamera. "Può sembrare un atto folle, ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti. Vedere il sangue rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati". Ed era del suo sangue che parlava. Mariarca, madre di due figli di 10 e 4 anni, aveva interrotto la sua protesta il 3 maggio: quel giorno il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, riuscì a sbloccare gli stipendi. Troppo tardi per la Terracciano. Ora i suoi amici la ricordano anche sul web con una pagina su Facebook: "Io ricordo la lotta di Mariarca Terracciano".

Lunedì scorso è stata colta da malore mentre si trovava al lavoro, nel reparto maternità dell'ospedale San Paolo, nel popoloso quartiere di Fuorigrotta. Entrata in coma, Marianna è morta ieri. Il decesso è stato attribuito ad arresto cardiocircolatorio. Non ci sarà inchiesta, ma è stata disposta l'autopsia. La donna aveva disposto la donazione di cuore, rene e organi, che le sono stati espiantati dopo il decesso.

Per l'ematologo Bruno Zuccarelli non sono stati i prelievi forzati a provocare la tragedia: "Una donazione di sangue è di 500 millilitri. A meno che la signora non avesse condizioni cliniche già compromesse", il gesto di togliersi 150 millilitri al giorno per quattro giorni "non avrebbe dovuto avere conseguenze. Piuttosto, se stava male o se la vicenda è andata oltre i quattro giorni, bisognava bloccarla. Purtroppo la protesta della signora - prosegue Zuccarelli - è la punta di un iceberg, la spia di quale possa essere il disagio di una famiglia, magari monoreddito, che si trova a dover affrontare scadenze e pagamenti". Per i colleghi dell'infermiera, però, è stato inevitabile collegare la sua morte alla condizione di stress di cui la donna soffriva da troppi giorni.

La donna, sempre in prima linea nelle rivendicazioni della sua categoria, aveva contratto di recente un mutuo per l'acquisto di una casa: causa il ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata Mariarca era stata costretta a chiedere un prestito. "Di fronte a una morte del genere dev'esserci massimo rispetto, ma per amor di verità occorre anche evitare strumentalizzazioni e collegamenti azzardati", dichiara Mario Santangelo, ex assessore alla Sanità della giunta regionale guidata da Antonio Bassolino. "Appare difficile che quei prelievi di sangue abbiano potuto causare una morte improvvisa, soprattutto perché la crisi ha colpito la signora una settimana dopo la sospensione della protesta".

Per Ciro Signoriello, vicepresidente del gruppo Pdl al consiglio comunale di Napoli, si tratta di "una brutta pagina legata ai bisogni e all'esasperazione. Sempre più spesso nella nostra città si ripetono drammi connessi a vertenze legate al mondo del lavoro". In questo dramma "non possono non essere ravvisate responsabilità quantomeno morali di quanti hanno dissipato e dilapidato immense risorse pubbliche nell'ambito della sanità". Si tratta, sottolinea Maurizio Di Mauro, direttore sanitario del San Paolo, di un dolore per tutti: "Mariarca era una di famiglia, qui siamo tutti parte di una squadra". La Asl 1, la più grande d'Italia, ha pagato con ritardo gli stipendi di aprile ai suoi diecimila dipendenti perché non c'erano più fondi a disposizione.


(14 maggio 2010) © Riproduzione riservata

Edited by Bobo_gt22 - 17/5/2010, 22:33
 
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1 replies since 13/1/2010, 17:29   104 views
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